giovedì 7 giugno 2012

Pensioni a confronto in Europa

Retraites: cotiser encore plus longtemps que nos voisins
Pubblicato in Francia il 06 giugno 2012
Traduzione di Claudia Marruccelli

Il governo ha rivisto la riforma delle pensioni. Sarà di nuovo possibile andare in pensione a partire da 60 anni  di età.
Il ministro del lavoro, Xavier Bertrand, ha confermato il 5 luglio che il governo seguirà alla lettera il parere del Consiglio di Orientamento per le pensioni (COR), che auspica un nuovo allungamento del periodo di contribuzione necessario per avere il diritto alla pensione intera. La ragione data dal COR: l’aspettativa di vita che è aumentata da uno a quasi quattro anni. Sarà quindi necessario attualmente versare contributi  per almeno 166 trimestri, ovevro, 41,5 anni per avere diritto alla pensione. Questo vale per tutti quelli nati dopo il 1954.
Attualmente, ci vogliono 163 trimestri per i nati nel 1951, 164 per quelli nati tra nel 1952 e 165 per la generazione dal 1953 in poi, tranne coloro che hanno avuto la buona idea di nascere nel 1953 e nel 1954, in poche parole un trimestre in più di lavoro  di quello che serve per ottenere la pensione regolare - una volta che il parere del COR verrà approvato dal governo.
Mentre il passaggio dell'età legale per il pensionamento a 62 anni è appena entrata in vigore, questa nuova estensione della durata dei contributi non può che rafforzare la sensazione di molti dipendenti che le loro pensioni future sono molto virtuali.

I francesi lavorano più anni
"Guardate quello che sta accadendo in Europa, la Francia è il paese dove si va in pensione prima," hanno ripetuto a più riprese i ministri francesi e i deputati della maggioranza per giustificare lo slittamento da 60 a 62 anni. Xavier Bertrand, ha di nuovo messo a confronto il 5 luglio, in una trasmissione di Europe 1, la situazione francese con quella dei nostri immediati vicini di confine:
Alla fine, ci vorranno sia 62 anni [l'età legale di pensionamento. Ndr] che 41,5 anni di contributi, mentre in Germania ci vogliono 67 anni di età e 45 anni di contributi, in Spagna  65 anni di età. Preferiamo promuovere le riforme autonomamente, piuttosto che diventare un giorno come la Grecia e farsi imporre le riforme da altri".
Mezze verità. Ma qual è la realtà?
In Europa, l'età ufficiale che dà diritto alla pensione va in direzione dei 65 anni, è vero. Però bisogna mettere a confronto ... ciò che è possibile mettere a confronto. I francesi vanno in pensione molto prima rispetto ai loro vicini? Non è così certo.
Manovra politica diversiva o semplice cecità, la focalizzazione della discussione sull’età legale ha evitato l’altro parametro, fondamentale tanto quanto il periodo contributivo. Le riforme precedenti francesi (1993 e 2003) hanno giocato su questa leva.
Al punto che la Francia conduce la classifica: 41 anni ora, domani forse un po'di più, contro i 40 della Svezia, ma solo 35 in Spagna, Italia e Germania e addirittura 30 nel Regno Unito.
Di conseguenza: nella stragrande maggioranza dei paesi dell'UE, molti dipendenti abbandonano il mercato del lavoro prima dell'età pensionabile, perché hanno versato sufficienti contributi (Gran Bretagna) e/o perché beneficiano di alcune deroghe (Germania, Spagna, Paesi Bassi, Danimarca).
In definitiva, le differenze dell’età pensionabile sono più forti delle differenze dell’età effettiva di uscita dal mercato del lavoro: 59,3 anni in Francia, contro i 61,2 nell'Unione europea. Ma se si considera l’età media con cui si può percepire finalmente la pensione, i francesi prendono i soldi leggermente più tardi rispetto alla media UE (61,5 anni contro 61,4).
Prest in pensione a 70 anni. "Ma ho il Parkinson". "Potete sempre fare i cocktail"

Francia: l'età pensionabile non è sufficiente
Andare in pensione a 60 anni non dà automaticamente il diritto a percepire la pensione: ci vogliono 65 anni per poterne aver diritto se non si sono versati i contributi necessari: almeno 162 trimestri, ossia attualmente 40,5 anni, e 164 trimestri nel 2012. Una penalizzazione, che potrà essere del 1,25% per ogni trimestre mancante nel 2015, verrà applicata alle pensioni dei lavoratori che non  raggiungono questa quota. Al contrario, un premio del 1,25% per trimestre lavorato oltre a quelli dovuti è stato istituito per incoraggiare i futuri pensionati a ritardare l'età di abbandono del lavoro. L'opportunità di dimettersi per andare in pensione per i dipendenti pubblici con almeno 3 figli, con 15 anni di servizio, dovrebbe sparire il 1 ° gennaio 2012.
Germania: penalizzate le carriere lavorative troppo corte
La riforma del 2007 ha innalzato l'età pensionabile da 65 anni e un mese nel 2012 a 67 nel 2031. Un cambiamento dell’età pensionabile, che recentemente è entrato in vigore il 1° gennaio 2012. I dipendenti che hanno iniziato a lavorare precocemente potranno ancora andare in pensione a 65 anni, a condizione di aver versato 45 anni di contributi (esclusi i periodi di disoccupazione). L'età minima di partenza, resta fissata a 63 anni – a patto di avere 35 anni di contributi. Ma forti penalizzazioni sono previste per i lavoratori che sperano di ottenere la pensione a questa età.

Regno Unito: 30 anni di contributi
Dal 2007, bastano solo trenta anni di contributi per avere diritto alla pensione minima (116 euro a settimana). Ma con la riforma avviata, vale a dire pensionamento a 68 anni entro il 2046, una pensione intera richiederà, di fatto, quarantaquattro anni di contributi per gli uomini e trentanove per le donne.
Attualmente, il prepensionamento è ordinaria amministrazione: dal 2006, un dipendente può ottenere la pensione complementare (fondi pensione privati) a partire dai 50 anni, cioè prima dell’età prevista per la pensione minima.
Nel maggio del 2012, diversi sindacati del settore pubblico hanno portato quasi 400.000 dipendenti (200.000 secondo le autorità) in piazza per protestare contro le riforme di austerità, che colpisce in particolare le pensioni di anzianità. I sindacati puntato il dito contro un aumento del 50% dei contributi annui.

Spagna: numerose le esenzioni
Il periodo di contribuzione necessario per una pensione intera è di 35 anni nella maggior parte dei casi. Nonostante le riforme (2006-2007) destinate a promuovere il prolungamento dell’attività lavorativa, ci sono ancora molte opportunità di pensionamento anticipato. Le professioni cosiddette "a grande rischio", come i minatori, i lavoratori ferroviari o i marinai possono andare in pensione all'età di 60 anni.
La Spagna offre anche la possibilità di andare in pensione a partire dai 61 anni ai dipendenti invalidi, i cassaintegrati e i disoccupati di lunga durata, che dimostrino di aver versato almeno 30 anni di contributi. Questo spiegherebbe perché un quarto dei nuovi pensionati spagnoli sono in pensione prima dei 60 anni.
Nel luglio 2011, il Parlamento spagnolo ha approvato una legge che stabilisce l'età pensionabile a 65 anni. Se il lavoratore ha versato 35 anni di contributi, potrà riscuotere  la sua pensione al 100%. Ma se ha solo 15 anni di contributi, riceverà solo il 50 % della pensione.
A partire dal 2013, l'età pensionabile verrà gradualmente portata a 67 anni e sarà necessario versare 37 anni di contributi. Inoltre, è ancora possibile per le donne spagnole andare in pensione a 65 anni, ma saranno necessari 38,5 anni di contributi versati.
Paesi Bassi: 50 anni di … residenza
Ogni residente nei Paesi Bassi ha diritto agli assegni pensionistici purché dimostri ... 50 anni di residenza nel paese. Anche se l'età legale è 65 anni, le persone che hanno lavorato e versato contribuiti a un fondo pensione per 40 anni, potrebbero andare in pensione all'età di 63 anni con una pensione complessiva pari al 70% dell'ultima retribuzione .
Nonostante i dispositivi destinati a scoraggiare fiscalmente la risoluzione anticipata del contratto di lavoro, esistono ancora molti programmi di prepensionamento – che hanno coperto l'83% dei dipendenti nel 2001.

L'Italia. Un sistema a punti
Il sistema combinava due diversi tipi di pensioni diverse. La pensione di "vecchia" in primo luogo, che prevede almeno 20 anni di contributi. La pensione di "anzianità" calcolata come segue: si aggiunge all'età di pensionamento del dipendente e il numero di anni di contribuzione. Nel 2010, si dovevano raggiungere 95 punti, con un età minima di 59 anni - un minimo di 36 anni di contributi (95-59 = 36). Ma ce ne vorranno 96 nel 2011 e 97 nel 2013.
Ma nel dicembre del 2011 a causa della crisi, Mario Monti ha presentato il suo piano di austerità. Gli italiani dovranno versare tra i 40 e 42 anni di contributi per gli uomini e 41 le donne, prima di andare in pensione. Dal 2018, uomini e donne andranno in pensione a 65 anni.
Polonia. Timore per la mancanza di manodopera
Il governo di Donald Tusk ha recentemente deciso di prolungare l'età pensionabile dei polacchi, una risposta all'invecchiamento della popolazione e a una "grave carenza di manodopera in Polonia prevista per il 2040".
Fissata a 60 anni per le donne e 65 per gli uomini, l'età pensionabile sarà progressivamente innalzata a partire dal 2013 fino ad arrivare  a 67 anni nel 2020 per gli uomini e per le donne nel 2040. Altri benefici per le donne, dovranno versare solo 35 anni di contributi, mentre gli uomini dovranno versarne 40.
I militari di carriera e la polizia non scappano dalla nuova riforma. Essi dovranno lavorare 25 anni per diritto alla pensione intera, contro 15 anni fino a poco tempo.

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