lunedì 7 maggio 2012

L’estrema destra è un veleno che si sta diffondendo in quasi tutta l’Europa



FN, Jobbik, PVV... L'extrême droite gangrène presque toute l'Europe

di Maxence Peniguet
Pubblicato in Francia il 25.04.2012
Traduzione di Claudia Marruccelli


Il risultato di Marine Le Pen al primo turno delle presidenziali francesi nasconde una realtà molto diffusa in tutta Europa.
Ecco un breve excursus della situazione della estrema destra in Europa.

Gert Wilder

Gert Wilder ossia le relazioni pericolose
Casualmente, questo record è stato raggiunto pochi giorni prima della caduta del governo olandese. Geert Wilders, leader del Vryheid Partij voor (Partito per la libertà, Pvv), l'estrema destra olandese, ha posto fine  alla coalizione tra i Liberali (Vryheid voor Volkspartij democratici, VVD) e i Cristiani Democratici (Christen Democratisch Appèl, CDA) ritirando il suo appoggio alla Camera Bassa. Questione di fondo: l'Europa.
Costretto dall’Unione Europea a ridurre il deficit pubblico del paese, il primo ministro Mark Rutte non è riuscito a convincere i suoi alleati di estrema destra. Questi ultimi, considerando che i 16 miliardi di risparmi richiesti non sarebbero dovuti pesare sulle spalle dei cittadini, hanno deciso di abbandonare il tavolo delle trattative.
Questo governo è nato il giorno seguente le elezioni legislative del giugno 2010: il PVV aveva ottenuto a sorpresa allora il 15,5% delle preferenze. Anche se questo non è il risultato ottenuto da Marine Le Pen, il PVV si trova immediatamente dietro i liberali e i laburisti, e davanti al CDA dell'ex primo ministro, Jan Peter Balkenende.
Ne verrà fuori un governo di destra VVD-CDA senza la presenza degli estremisti del PVV, ma con  un appoggio alla camera che ha permesso di ottenere le maggioranze necessarie al governo..
Wilders recentemente è salito alla ribalta per aver lanciato su Internet un appello ai cittadini olandesi a presentare le proprie critiche nei confronti degli europei dell’est.

Timo Soini


I veri finlandesi: una comparsata e poi via?
Con il 19% (solo il 4% nel 2007) alle elezioni politiche di aprile 2011, il partito dei Veri Finlandesi (Perussuomalaiset in finlandese) è stato la "rivelazione" politica  dell’ estrema destra in Europa lo scorso anno. Questo risultato a sorpresa ha  permesso loro di essere il terzo partito nel paese in termini di consensi elettorali. A differenza del PVV nei Paesi Bassi, il partito guidato da Timo Soini ha deciso di non appoggiare alcun governo.
Una decisione ideologica: I Veri Finlandesi sono intimamente populisti nella loro denuncia delle caste privilegiate, e anti-europei – quindi nazionalisti - mentre i successivi governi del Paese scandinavo hanno la reputazione di essere assolutamente europeisti.
I Veri Finlandesi fanno parte quindi dell'opposizione, non esitando a rifiutare gli aiuti alla Grecia. Anch'essi hanno un programma discriminatorio: secondo Timo Soini, uno straniero con permesso di soggiorno non sarebbe paragonabile a un finlandese.
Si noti che se hanno avuto successo in occasione delle elezioni del 2011, tutt’altra cosa è avvenuta nel 2012  in occasione delle presidenziali di gennaio. Timo Soini è uscito dal governo con il 3,43% dei voti.

Presentazione del nuovo governo danese


La Danimarca: apertura/chiusura delle frontiere
Con un governo socialdemocratico, in carica dal settembre scorso, il Partito Popolare Danese (Dansk Folkeparti, DF) non ha più alcuna influenza diretta sulla politica danese del Primo Ministro Helle Thorning-Schmidt, anche se rimane la terza forza politica interna con il 12,3% dei voti.
E’ la stessa posizione ottenuta nelle elezioni legislative del 2007, anche se cinque anni fa, la DF ha ottenuto un punteggio del 13,9%, e ha dato il suo pieno sostegno ai governi di Anders Fogh Rasmussen e Lars Løkke Rasmussen (senza però mai ma parteciparvi).
Una delle azioni principali di cui il Partito Popolare Danese è stato tra l'altro all’origine, è il ripristino temporaneo dei controlli alle frontiere in Danimarca nel mese di luglio 2011. Helle Thorning-Schmidt, tuttavia, ha posto termine a questi controlli da quando è al governo ossia dallo scorso settembre.

Manifesti di propaganda contro la costruzione dei minareti in Svizzera
 

Divieto ai minareti ovvero il populismo svizzero
In Svizzera non si parla di partito di estrema destra, ma semplicemente di partito populista per quanto riguarda l'Unione Democratica di Centro. Già prima forza politica del paese prima delle elezioni federali del 2011, l'UDC aveva promesso di conquistare un terzo dei voti. Infatti, il programma era chiaro:
"Convinti di non rafforzare i deboli, di non indebolire i forti, noi ci impegnamo a sostenere i seguenti principi: nessuna adesione all'Unione europea, blocco dell'immigrazione di massa, espulsione degli stranieri criminali ".
Quest'ultima misura è stata tra l’altro approvata da un referendum nel novembre 2010 e viene tutt’ora applicata per determinati reati. Un altro caso ben noto di iniziativa popolare dell’ UDC consiste nel divieto di costruzione di minareti deciso il 29 novembre 2009. Questo programma e queste azioni non hanno ancora soddisfatto le aspettative degli svizzeri, che in occasione delle elezioni federali del novembre 2011, hanno concesso all'UDC un  risultato del 25,9%, in calo di due punti rispetto al 2007.

Manifestazione di sostenitori del partito Jobbik in Ungheria, di spalle alcuni "tesserati"

Viktator, il FIDESZ e il Jobbik
In occasione delle elezioni europee del giugno 2009, il Movimento per una Ungheria migliore (Jobbik) supera il limite del 10% ottenendo il 14,77% delle preferenze. Una vittoria per il giovane partito di estrema destra fondato nel 2003.
Prima delle elezioni politiche dell’ aprile 2010, Viktor Orban, attuale primo ministro ungherese e presidente del Fidesz (destra), escludeva qualsiasi coalizione con Jobbik e aveva provato, come l'UMP con il FN, a invadere il suo campo.
Al primo turno delle elezioni parlamentari in Ungheria, l’11 aprile 2010, Jobbik, guidato da Gabor Vona, ha ottenuto il terzo posto con il 16,67% dei voti. Nel secondo turno, ha ottenuto 47 seggi in Parlamento. Il Fidesz ha ottenuto la maggioranza dei due terzi (263 seggi) e il MSZP l’opposizione socialista ha vinto 59 seggi.
Jobbik può essere considerato come un rivale del Fidesz. Questo è uno dei partiti di estrema destra più attivi in Europa, all’ origine in particolare nel 2009, dell'Alleanza europea dei movimenti nazionali (AEMN, ufficialmente riconosciuta come un partito politico europeo dal Parlamento europeo nel marzo scorso) presieduta da Bruno Gollnisch.
Il suo nazionalismo si evidenzia in particolare con una delle sue attività apprezzate da tutti gli estremisti di destra: bruciare le bandiere europee.

Barbara Rosenkranz
 Barbara non si scompone
Non lontano dall’ Ungheria, c’è l’Austria. Il Partito della Libertà austriaco (Freiheitliche Partei Österreichs, FPÖ) ha candidato Barbara Rosenkranz alle elezioni presidenziali del 25 aprile 2010. Con 452.615 voti ottenuti (15,62%), si colloca al secondo posto nello scrutinio.
Un'elezione però tutta relativa. In effetti ci sono solo tre candidati in competizione, e Heinz Fischer è tornato ad occupare con facilità il suo posto – onorario - di presidente della Repubblica con un punteggio di 78,94%.
Non ci sono stati ostacoli, candidare Barbara Rosenkranz è stata una bazzecola per la FPÖ. Colei che viene definita la "madre del Reich" in Austria, chiede un ammorbidimento della Verbotsgesetz [la legge di proibizione, legge costituzionale austriaca con cui si attuò la denazificazione del paese nel 1947 attualmente ancora in vigore ndt] - che vieta l'esistenza di qualsiasi partito nazista e la diffusione di questa ideologia, e che punisce la negazione dei crimini nazisti.
Va detto che il marito, Horst Jakob, direttore della rivista negazionista  Fakten - è anche uno dei fondatori del partito nazionalsocialista austriaco, il NDP, oggi vietato ...
Un simbolo, quindi, per il Partito della Libertà, che ha ottenuto alle elezioni parlamentari del 2008 il 18,01% dei voti, a cui va aggiunto il 10,98% di un nuovo partito di estrema destra, l'Alleanza per il Futuro dell'Austria (BZÖ) nato da una scissione del FPÖ.
Quest'ultima, da sola, è la terza forza politica del paese. Assieme al  BZÖ, l’estrema destra  austriaca segue immediatamente il partito socialdemocratico che riporta il  29,71% dei voti nel 2008. Da ricordare inoltre la polemica scatenata da Marine Le Pen in occasione della sua annunciata presenza ad una festa danzante viennese  [in cui partecipano ogni anno le principali associazioni negazioniste della politica nazista ndt].

Manifesto propagandisti dei secessionisti fiamminghi: "Questo è il nostro paese"

Norvegia e Belgio: isolato l’estremismo potente
14 novembre 2009, il Partito del Progresso (Fremskrittspartiet, FRP) norvegese arriva secondo alle  elezioni parlamentari con il 22,9% dei voti. Ma i vari partiti di sinistra si uniscono per formare una maggioranza in Parlamento, lo Storting. Il partito del progresso rappresenta quindi la prima forza di opposizione nel paese scandinavo nelle mani di  mani di una potente coalizione di sinistra.
La sua posizione all'estrema destra nello scacchiere politico è caratterizzata da un atteggiamento nazionalista contro l'Islam, evidente in una economia di stampo  liberale. Troviamo questa linea di pensiero all’interno della Nuova Alleanza Fiamminga (Nieuw-Vlaams Alliantie, N-VA), in Belgio. Questo partito nazionalista è a favore dell'indipendenza delle Fiandre dal Belgio.
Anche se è guidato da Bart De Wever piuttosto moderato, molti pensano che sia solo una facciata. A riprova, in vista delle elezioni comunali di ottobre, le N-VA recluta all'interno del Vlaams Belang (Intérêt flamand VB), il vero partito estremista belga filolandese..
Se l'N-VA  è la prima forza politica in Belgio dal 2010, essa non governa a livello federale: dopo oltre 500 giorni senza governo, una  coalizione “variopinta” formata da sei partiti aveva infatti messo da parte gli indipendentisti fiamminghi.

Benito Mussolini e la nipote Alessandra, parlamentare di estrema destra
Piccoli risultati, tre ministeri e uno scandalo finanziario nella Lega Nord
Un altro partito indipendentista ha fatto parlare di sé nel suo paese: la Lega Nord. Le ultime elezioni parlamentari si sono svolte in Italia nel 2008 che avevano rinnovato il mandato di Berlusconi come primo ministro - sostituito nel novembre 2011 da Mario Monti. La Lega a quel tempo aveva raccolto solo un risultato scarno ottenendo l’ 8,3% dei voti. Un risultato modesto ma che rappresenta il doppio di quello che aveva ottenuto nel  2006 ma del resto sufficiente per farlo diventare la terza forza nel paese ... e peri garantirgli così incarichi di governo in cambio dell’appoggio all’altro partito di estrema destra, l'Alternativa Sociale di Alessandra Mussolini, nipote dell’omonimo Benito. Come fedele alleato di Berlusconi, la Lega Nord nel 2008, ottiene tre ministeri al governo. Il partito e il suo presidente, Umberto Bossi, attualmente sono al centro di uno scandalo in Italia per fondi neri.

Manifestazione in Grecia di "Alba Dorata", partito greco di estrema destra il cui simbolo richiama alla memoria la svastica nazista


Una via d’uscita in Grecia?
Le elezioni legislative del 6 maggio saranno l'occasione per il Partito Popolare Ortodosso (Laikos orthodoxos Synagermos, LAOS) e Alba Dorata (Chryssi Avyi), i due partiti di estrema destra, per mettersi in evidenza e forse anche entrare in Parlamento, tanto più che l'attuale governo di unità nazionale ha per ministro dei Trasporti Voridis Makis, membro del Laos. Una prima prima volta dal 1974 e dalla fine della dittatura dei Colonnelli. Nelle ultime elezioni legislative, nel 2009, questo partito aveva ottenuto il 5,62% dei voti.

Manifesto xenofobo dell'NPD: Buon rientro in patria ora.
Lavoro, famiglia, patria: ma non per loro
Alcuni paesi europei sono di per sé impermeabili all'estrema destra. La Spagna, che è appena passata a destra e funge da "nuova Grecia" in termini di crisi europea, vede il Movimento Repubblicano sociale (Movimiento Social Republicano, MSR) in combutta con l'Alleanza Europea dei Movimenti Nazionali. Ma alle elezioni europee del 2009, il MSR non ha superato lo 0,1%. Vicino della Spagna, il Portogallo ha la stessa impermeabilità.
Nei paesi che resistono all'estrema destra, non dimentichiamo la Germania. I risultati del Partito Nazional Democratico  (Nationaldemokratische Partei Deutschlands, NPD), spesso descritto come neo-nazista, non fanno troppo preoccupare: solo l’1,5% alle elezioni federali del 2009.
Tuttavia, il NDP rimane attivo a livello regionale in Germania ed è anche rappresentato nei vari parlamenti regionali. L'anno scorso, dopo la scoperta di un’ondata di omicidi razzisti legati al NPD, il governo tedesco aveva cercato di abolire il partito. Un procedimento legislativo in questo senso è tutt’ora in corso.
Dimenticare il Regno Unito di questo excursus europeo farebbe troppo onore al British National Party (BNP), euroscettico e xenofobo. Il BNP è all’ 1,9% alle ultime elezioni politiche (maggio 2010), cioè, molto meno rispetto alle elezioni europee del 2009 dove il partito aveva guadagnato il 6,2% dei voti.
Un partito senza importanza elettorale ma che non deve far dimenticare il suo vicino più moderato, il Partito per l'Indipendenza del Regno Unito (UK Independence Party, UKIP) il cui scopo primario è quello di portare il paese fuori dell'Unione Europea. Alle elezioni del 2009, arrivò a questo titolo al secondo posto con il 16,5% ... per crollare vertiginosamente al 3,1% un anno dopo alle elezioni parlamentari.



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