domenica 27 maggio 2012

Stipendi e ministri in Europa


Salaires des ministres: la France emboite le pas de ses partenaires
Gli stipendi dei Ministri: la Francia ha seguito le orme dei suoi partner dell'UE



di   Renaud de Chazournes
Pubblicato in Francia il 18 maggio 2012
Traduzione di Claudia Marruccelli



L'articolo può essere ascoltato in lingua originale su RFI

 

E 'tempo di austerità negli stipendi dei politici in Europa, con particolare eccezione della Germania. Misura simbolica, naturalmente, per gli stati superindebitati, ma serve da esempio. Nella sua campagna elettorale Francois Hollande si era impegnato a ridurre il 30% del suo stipendio e quelli dei suoi ministri, la sua proposta è stata in effetti approvata e adottata già nella prima seduta del Consiglio dei ministri.
Gli emolumenti del presidente della Repubblica francese e del capo del governo Jean-Marc Ayrault, passano così da 19,331 a 14.850 € al mese. Per quanto riguarda i ministri, la loro retribuzione e le altre indennità, passeranno da 14.200 a 9.850 euro al mese. Attualmente i loro stipendi ammontano a 7.720 euro mensili, con una indennità di trasferta di 230 euro e un’indennità di "funzione" di 1.900 euro.
In questi tempi di rigore finanziario, la maggior parte dei governi europei si era già messa all’opera riducendo gli stipendi dei propri ministri e in alcuni casi anche quelli dei capi di stato.
Nicolas Sarkozy, ovviamente, aveva promesso una riduzione del "tenore di vita" dello Stato, ma non era stata applicata al suo stipendio e a quello dei suoi ministri. Pochi mesi fa, aveva semplicemente chiesto ai ministri di pagare le spese personali "di tasca propria", affermando che in caso di abuso sarebbero state applicate "sanzioni". Inoltre, dovevano essere tagliati 10.000 veicoli e 7.000 alloggi per il personale.
Nel 2010, quando teneva ancora i cordoni della borsa dello Stato, come ministro del bilancio, François Baroin considerava "demagogica" una riduzione dei salari dei ministri e "che non portava a grosse soluzioni." Lo stesso anno, il portavoce del governo, Luc Chatel, respinse a sua volta la riduzione delle retribuzioni governamentali, in nome dell' eguaglianza (!): il taglio dovrebbe riguardare "la riduzione dello stipendio degli alti dirigenti governativi e quindi di tutti i dirigenti!"
Eppure nel resto dell’Europa, è in nome di questo stesso principio di uguaglianza che i ministri e funzionari hanno ridotto i propri stipendi …




In Inghilterra, per Cameron 1000 euro meno di Hollande
Nel Regno Unito, David Cameron e i suoi ministri hanno ridotto i propri stipendi del 5%. Come in Francia, questa auto riduzione stipendiale è stata adottata due anni fa il 13 maggio 2010, in occasione della prima riunione del governo di coalizione liberal-conservatrice, quasi da un giorno all’altro. Il primo ministro percepisce da allora, 13.900 euro, ossia 1000 euro meno di Francois Hollande e Jean-Marc Ayrault. Per quanto riguarda i ministri, non possono più usare auto di servizio esclusive: devono utilizzare le auto assegnate al proprio ministero. Queste misure hanno permesso un risparmio di quasi 4 milioni di euro all'anno. Le bottiglie più costose della enoteca riservata ai ministri, sono state messe all'asta.

In Italia, Monti ha stipendio
In Italia, l'austero Mario Monti, ha rinunciato al suo stipendio di presidente del Consiglio e ministro dell'Economia. Il suo predecessore, Silvio Berlusconi incassava 24.000 euro al mese. Mario Monti, però non è senza stipendio: gli resta quello di senatore a vita, ossia circa 17.500 euro lordi. Per quanto riguarda i ministri, la loro retribuzione è stata ridotta del 10%.
Inoltre, lo stile di vita dello Stato è stato ridimensionato. Mario Monti ora viaggia in treno, mentre Berlusconi viaggiava sempre in aereo. I ministri hanno, da parte loro sostituito le lussuose fiammanti berline tedesche con delle più modeste ed economiche Lancia.
Nel frattempo, gli stipendi degli alti funzionari e dei dirigenti di imprese statali sono stati ridotti dal 10 al 15%, comprese le indennità. Per l'intera pubblica amministrazione, le retribuzioni sono state congelate per tre anni.

In Spagna, meno di 6000 euro per un ministro
In Spagna, le retribuzioni dei membri del governo socialista di José Luis Zapatero sono stati ridotti del 15% nel giugno 2010, come quelli di tutto il personale amministrativo, di cui da allora sono stati congelate le retribuzioni. L'attuale capo del governo, il conservatore Mariano Rajoy, percepisce uno stipendio di soli 6.500 euro, mentre quello di un ministro è di 5750 euro. Per quanto riguarda i deputati e i senatori, hanno deciso autonomamente di diminuire il loro trattamento economico dal 12 al 15%, come i sindaci delle grandi città.


Stpendi degli uomini di governo in Europa


In Portogallo si viaggia in classe economica
In Portogallo, è l'intera classe politica che vede i propri stipendi ridotti del 5%: i membri del governo nazionali e delle amministrazioni regionali, parlamentari, consiglieri locali (senza contare i 600 dirigenti di imprese statali o parastatali). Il parlamento ha deciso di andare ancora oltre: i deputati ora viaggiano in aereo  in classe economica. Sei milioni di euro risparmiati nell’ultimo anno.
 
L'Irlanda ha diminuito del 15% gli stipendi dei membri del governo. In Grecia, il Primo Ministro e Presidente della Repubblica hanno messo una croce sui loro stipendi ...
Ma l’ austerità salariale dei governi non è all'ordine del giorno ovunque. Per i paesi scandinavi, relativamente rimasti indenni dalla crisi, la questione di una riduzione dei salari dei governanti non si pone neppure. Gli stipendi dei politici a capo di questi paesi non fanno notizia e i governi restano modesti, senza grossi vantaggi particolari legati alle loro funzioni.

In Germania, aumento generale!
La Germania rimane l'eccezione. Angela Merkel e i suoi ministri si sono appena approvati un aumento salariale del 5,7%.
Lo stipendio mensile della Cancelliera è aumentato di 930 euro, raggiungendo i 18.000 euro lordi. Per i ministri, ci sono 750 euro al mese in più, ossia una retribuzione attuale di 14.000 euro. Abbastanza da far invidia.








mercoledì 23 maggio 2012

Italia: battaglia a metà contro la mafia

Italie : le combat inachevé contre la Mafia

di Philippe Ridet
Pubblicato in Francia il 18 maggio 2012
Traduzione di Claudia Marruccelli per Italia Dall'Estero

L'Italia onora i suoi martiri. Giornali e televisioni della penisola dedicano ampi spazi alle edizioni speciali. Innumerevoli sono i libri e i DVD dedicati all’avvenimento. Una vera e propria catarsi. Abbiamo rivisto il volto allegro del giudice Giovanni Falcone, e quello più austero, del suo amico e collega Paolo Borsellino. Abbiamo rivisto le foto del cratere lasciato dall’esplosione della bomba sull'autostrada tra Palermo e Punta Raisi che, il 23 maggio 1992, ha ucciso il primo; e le auto bruciate dall'esplosione di un'autobomba che, il 19 luglio dello stesso anno, in via Damelio a Palermo, ha posto fine all’esistenza del secondo. Al di là del dolore e delle lacrime, delle testimonianze e del ricordo dei fatti, mentre le indagini sono state riaperte per scoprire chi ha ucciso i due magistrati e per quale motivo, sorge spontanea la domanda: vent'anni dopo, chi ha vinto? Lo Stato a volte accusato di essere stato negligente se non complice della criminalità organizzata o la mafia?


Falcone e Borsellino
3% del PIL nazionale
Da un punto di vista economico, la mafia, nel senso più ampio, fa affari. Il fatturato complessivo delle quattro principali organizzazioni criminali - Cosa Nostra in Sicilia, la Camorra nel napoletano, la'Ndrangheta in Calabria e la Sacra Corona Unita in Puglia - si aggira, secondo numerosi studi, sui 130 miliardi di euro ossia il 3% del PIL italiano! La'Ndrangheta ha il primato: il traffico di armi, droga, estorsione e rifiuti produrrebbe circa 44 miliardi di euro all'anno. Il suo impero, inizialmente limitato ai paesini sperduti in Aspromonte, ora si estende alle regioni tranquille della Liguria e del Piemonte, 1000 chilometri a nord ...

"Abbiamo vinto tante battaglie”, è l’analisi di Pietro Grasso, Procuratore Nazionale Esecutivo della mafia, “ma non abbiamo ancora vinto la guerra." dal punto di vista delle battaglie vinte, il bilancio parla da sé. L'assassinio di due giudici ha permesso una presa di coscienza da parte delle istituzioni, seguita da ondate di arresti senza precedenti. I Boss dei Boss della Sicilia, Totò Riina e Bernardo Provenzano, sono stati arrestati rispettivamente nel 1993 e nel 2006. Le dichiarazioni, in seguito, di Michele Zagaria e Antonio Iovine, due capi della camorra napoletana, hanno dimostrato la tenacia del governo. Manca ancora in questo quadro Matteo Messina Denaro, considerato l'ultimo boss di Cosa Nostra.


Affiliati e Pentiti della mafia
Leggi più severe avrebbero portato all'arresto di circa 5.000 persone, tra cui 24 dei 30 mafiosi più ricercati. La creazione del reato di "associazione mafiosa" ha permesso ai giudici di estendere il cerchio delle loro indagini ai complici. Le informazioni sono spesso ottenute attraverso le confessioni dei "pentiti" a cui lo Stato garantisce una riduzione della pena e una protezione. Un altro strumento efficace: l'applicazione sistematica per i grandi mafiosi della  condanna all'ergastolo, in nome di una legge approvata nel 1975, ma utilizzata solo dopo gli attentati contro i coniugi  Falcone e Borsellino. Un regime carcerario particolarmente duro che impedisca al boss ogni contatto con il clan e la famiglia.

Con la confisca e il sequestro dei beni appartenenti alle famiglie mafiose (imprese, terreni, case, veicoli, contanti), la criminalità organizzata viene colpita nel portafoglio. Fondata nel 2010, l'Agenzia Nazionale per i Beni Confiscati e Sequestrati (ANBSC) censisce al 1° aprile 2012, 12.083 beni sequestrati, tra cui 1.552 aziende, per un valore sulla carta di circa 10 miliardi di euro. "Se i mafiosi sono disposti a trascorrere tutta la vita in prigione, temono molto di più  vedere il loro impero finanziario spazzato via", spiega Grasso.

Piero Grasso
Perché la mafia cambia e si adatta. Dopo i boss Riina e Provenzano, che hanno guidato le loro famiglie dagli ovili nascosti nelle colline della Sicilia, la mafia si è trasformata, indossando il colletto bianco e il doppio petto. I suoi picciotti o i prestanomi si sono infiltrati nella politica e nel mondo degli affari nel Nord Italia. Nel 1995, per la prima volta, un comune del Nord, Bardonecchia (Piemonte), viene commissariato per "infiltrazione mafiosa". Gli arresti più spettacolari degli ultimi anni hanno avuto luogo a Milano, dove nel 2010, sono stati arrestati circa un centinaio di membri della 'Ndrangheta. L'ex Segretario di Stato per gli affari economici del governo Berlusconi, Nicola Consentino, legato al clan dei Casalesi, che domina la camorra, ha dovuto rassegnare le dimissioni. L'ex presidente della Regione Sicilia, Salvatore Cuffaro, detto Totò, soggiorna in prigione, condannato per favoreggiamento a  Cosa Nostra.

Lo stesso Silvio Berlusconi, che sostiene di aver assegnato i colpi più duri al crimine organizzato, è citato da un collaboratore di giustizia, Gaspare Spatuzza, per aver negoziato con la mafia l’arresto dei massacri degli anni ‘80 e ‘90 prima di arrivare al governo nel 1994. Uno dei suoi aiutanti, il senatore Marcello Dell'Utri, siciliano di nascita, avrebbe avuto il ruolo di  "negoziatore". Condannato a sette anni di carcere per "concorso esterni in associazione mafiosa", il senatore è stato "graziato" dalla Corte di Cassazione, che ha chiesto di riaprire il processo.



Resistenza civile
"Silvio Berlusconi ha fatto il doppio gioco, ed è quasi altrettanto grave, dice Francesco La Licata, esperto di mafia al quotidiano La Stampa. Si vantava di aver fatto arrestare numerose persone, ma ha anche messo in pericolo il lavoro della magistratura, denigrandola o volendo limitare l'uso delle intercettazioni per sottrarsi ai processi e alle indagini  in cui è coinvolto. "

Ma la società sta cambiando. Le serie di arresti sono ora accolti con manifestazioni di giubilo a Palermo, Trapani e Napoli. Gli agenti di polizia coi volti coperti dai passamontagna, che portano le loro prede alla polizia sono salutati come eroi. Le associazioni, come Addio Pizzo, invitano, con un certo successo mediatico, i negozi al boicottaggio e le imprese a denunciare le estorsioni. Confindustria in Sicilia, l'equivalente del MEDEF [in Francia ndt], ha deciso allontanare dagli iscritti tutti gli  imprenditori sospettati di legami con la mafia. Infine, il lavoro dell’ associazione Libera, guidato da un prete, Don Luigi Ciotti, ha contribuito a far avanzare l'idea di una resistenza civile nei confronti della criminalità organizzata. "In Sicilia, spiega Attilio Bolzoni, giornalista de La Repubblica, la gente sa ora da che parte stanno il bene e il male. Ma a Roma o Milano? In queste città, spesso si continua a negare l’esistenza della mafia".

Mappa dei comuni italiani sciolti per infiltrazioni mafiose
Giovanni Falcone spiegava che, "come tutte le società umane, la mafia è destinata a scomparire". L'Italia ne sarà libera un giorno? Per Piero Grasso, l'opera più urgente ora consiste nel tagliare i legami tra la criminalità organizzata e i poveracci che abitano in Calabria, Campania, Sicilia o Puglia a cui la mafia fornisce una sorta di "protezione sociale". Francesco La Licata si chiede: "Cosa accadrebbe in queste aree senza la mafia, lo Stato non ha i mezzi economici, oggi, per sostituire l'economia legale alle attività illegali».

Nel 2008, l'ex ministro della Cultura Vittorio Sgarbi, che è diventato sindaco di Salemi, in Sicilia, urlava dalla finestra del suo ufficio: "La mafia è una m ... Non esiste più!" Voleva aprire nella sua città un "museo della criminalità organizzata", per dimostrare che questa apparteneva alla storia. Quattro anni più tardi, il Consiglio municipale è stato sciolto per "infiltrazioni mafiose" ...

La sfida di Mario Monti

Italie : le défi de Mario Monti
di Céline Antonin
Pubblicato in Francia il 11.05.2012
Traduzione di Claudia marruccelli per Italia dall'Estero

Da quando ha assunto l'incarico, il 12 novembre 2011, l’obiettivo di Mario Monti è stato esplicito, costruito attorno al trittico: disciplina fiscale, crescita ed equità. Riuscirà il premier a superare la sfida?



Mario Monti ha assunto l’incarico al posto di Silvio Berlusconi, mentre cresceva ea dismisura la diffidenza degli investitori nei confronti dell'Italia, dimostrata anche dal crescente tasso differenziale di interesse con la Germania e il forte aumento dei prezzi CDS (Credit Default Swap).

Per soddisfare il suo obiettivo primario della disciplina di bilancio, una delle prime misure del governo è stata nel dicembre 2011 l'adozione di un piano di austerità, di 63 miliardi di euro in tre anni. Questo piano, il terzo dell’anno, con il suggestivo nome di Salva Italia, mira a raggiungere quasi il pareggio delle finanze pubbliche entro il 2013.

Per quanto riguarda il secondo obiettivo, rilanciare la crescita e rafforzare la competitività del paese, questo era già presente nel piano Cresci Italia, adottato dal Consiglio dei ministri il 20 gennaio 2012 mentre incombeva la tempesta. Oltre ad una semplificazione delle procedure amministrative (gare di appalti, la creazione di imprese, passaggio al digitale, ...) e la liberalizzazione delle libere professioni, dell'energia, dei trasporti e delle assicurazioni, il piano prevede alcune riforme complementari, in particolare in tema di flessibilità del mercato del lavoro. Mentre le misure di austerità sono state adottate con facilità, questo secondo piano è stato accolto male, in particolare le discussioni sulle modifiche all'articolo 18 del Codice del lavoro che tutela dal licenziamento [senza giustificato motivo.] gli operai e i lavoratori delle imprese con più di quindici dipendenti Alla fine, in termini di equità, i progressi si vedono appena, specialmente nella lotta contro l'evasione fiscale e contro l'economia sommersa.


La popolazione sa che le misure saranno dolorose: il quotidiano economico Il Sole 24 Ore ha annunciato infatti che l'aumento annuo delle tasse per una famiglia media che vive in Lombardia raggiungerà i 1.500 euro annui, e quasi 2.000 euro per una famiglia residente del Lazio. Eppure la popolazione italiana ha finora dimostrato un grande senso di responsabilità nazionale, accettando con rassegnazione la cura del consolidamento fiscale. Per quanto riguarda i mercati finanziari, inizialmente hanno allentato la pressione sul paese, il differenziale dei tassi a lungo termine del governo rispetto quelli della Germania è passato da 530 a 280 punti base dall'inizio di gennaio a metà marzo 2012. L'azione di Mario Monti non è l'unica spiegazione: con l'acquisto di obbligazioni verso la fine del 2011 e le due operazioni di rifinanziamento del sistema bancario a 3 anni (ORLT), per un totale di 1.000 miliardi di euro, di cui hanno beneficiato grandemente da banche italiane, la BCE ha partecipato attivamente a questo rilassamento dei tassi. Inoltre, anche il successo del piano di scambio del debito greco con i creditori privati ​​ha contribuito ad ammorbidire gli interessi.

La situazione resta ancora fragile e volatile: è bastato che la Spagna mostrasse dei segni di debolezza finanziaria, che l'Italia subisse nuovamente la sfiducia e che il differenziale di tasso di interesse a lungo termine con la Germania si rialzasse nuovamente, raggiungendo 400 punti base all'inizio di maggio 2012 e che i premi sui CDS riprendessero a salire .


Quindi, quali sono le prospettive per i prossimi due anni? Dopo una recessione iniziata nel 2011, con due trimestri di crescita negativa, l'Italia dovrebbe conoscere un  anno 2012 difficile, con una forte contrazione del PIL del 1,7% come risultato di tre piani di austerità approvati nel 2011. Questo effetto continuerà nel 2013, con un’ ulteriore contrazione del PIL del -0,9%. In assenza di un ’ulteriore misura di austerità, ridurrebbe il suo deficit, ma meno del previsto a causa del effetto moltiplicatore: il disavanzo dovrebbe raggiungere il 2,8% del PIL nel 2012, e l’1,7% nel 2013, ossia un ritmo di riduzione del disavanzo al di sotto il suo impegno che prevede il pareggio di bilancio nel 2013.

lunedì 21 maggio 2012

“E’ una diarrea politica!”


Il partito di Silvio Berlusconi crolla alle elezioni amministrative, primo test elettorale dalla nomina del Governo Monti. Emerge una sfiducia ormai diffusa verso la classe politica.


“E’ una diarrea politica!” Alla guida del movimento di contestazione “5 Stelle”, il comico Beppe Grillo canta vittoria. E’ la sorpresa annunciata del primo turno delle amministrativei italiane che hanno coinvolto circa 8 milioni di elettori e alcune grandi città come Genova, Palermo e Verona. I suoi candidati sconosciuti, provenienti dalla società civile e “senza portafoglio”, hanno ottenuto oltre il 10% dei voti a Monza e La Spezia, il 14% a Genova e a quasi il 20% a Parma, dove il candidato sindaco accede al ballottaggio.

Forte astensione
“Il virus si sta diffondendo, loro [i politici tradizionali, N.d.R.] sono morti. Ci ritroveremo in Parlamento” esulta il tribuno Beppe Grillo, in contatto con milioni di utenti del web, che da anni raccoglie decine di migliaia di persone in occasione dei Vaffanculo Days, manifestazioni  per colpire una classe politica corrotta e delegittimata, diffamare la “casta” e i banchieri, ma anche sostenere l’ “uscita dell’Italia dall’Europa senza pagare i debiti” o ancora ad opporsi allo ius soli per gli stranieri.
Con un solo un sindaco, eletto in un piccolo comune del nord, l’obiettivo di mandare a casa tutti i parlamentari del vecchio governo è ancora molto ipotetico. Tuttavia, questa consultazione elettorale, la prima dalla nomina del governo di tecnici di Mario Monti, avvenuta alla fine del 2011 in sostituzione di Silvio Berlusconi, ha  portato all’esplosione del quadro politico tradizionale ed è stata caratterizzata soprattutto dalla bassa affluenza alle urne (33%) e dalla disfatta del Popolo delle Libertà (PdL) del Cavaliere.
“Abbiamo registrato una sconfitta, anche se non è stato un disastro” ha tentato di minimizzare il segretario del PdL, Angelino Alfano, affermando che il suo partito sta pagando il prezzo del sostegno alle misure di austerità di Mario Monti. “Stiamo assistendo ad una disfatta”, dice invece il politologo Roberto D’Alimonte. Alle legislative del 2008, il partito di Silvio Berlusconi rappresentava ancora il 37,4% delle preferenze. Oggi, in molte città, i suoi candidati non andranno al ballottaggio. A Genova, il PdL è sceso addirittura in quattro anni dal 32% al 9% e a Palermo dal 48,8% all’8%. Il problema, dice Giuliano Ferrara, ex portavoce di Silvio Berlusconi, è che “l’ex premier non ha la minima idea di cosa sarebbe necessario fare.”



Duro colpo  della Lega
Quanto alla Lega Nord di Umberto Bossi, che contava sul suo divorzio dal Pdl e la sua opposizione al “governo di austerità” di Mario Monti per diventare il primo partito nel Nord Italia, ha subito anch’essa un duro colpo. Investito a sua volta dagli scandali per appropriazione indebita di fondi pubblici, il movimento populista retrocede quasi ovunque in Lombardia. Il sindaco di Verona, Flavio Tosi, è stato eletto al primo turno con il 57% dei voti. Ma perché in disaccordo con la linea ufficiale del suo partito.
Dopo il primo turno, il Partito Democratico, sostenitore anch’esso di Mario Monti, è “l’unico partito stabile e affidabile in Italia”, nota il segretario Pier Luigi Bersani. Le perdite del PD sono limitate. Fra due settimane, la sinistra dovrebbe aggiudicarsi Genova e Palermo, grazie però a due candidati che lo staff del partito aveva cercato di respingere.
Nel complesso, e mentre i casi di corruzione sono in aumento, la classe politica italiana, incapace di riformare la legge elettorale e di limitare le sue spese, è ora oggetto di una sfiducia generalizzata. Nel bel mezzo di una crisi economica, politica e morale, solo il 2% degli italiani ha dichiarato di “avere ancora fiducia nei partiti”.

martedì 15 maggio 2012

Popolazione triplicata in Italia grazie agli immigrati

Italie : le nombre d'étrangers a triplé en dix ans


di Richard Heuzé
pubblicato in Francia il 29/04/2012
traduzione di Claudia Marruccelli per Italia dall'Estero
Pubblicata su Politica in Rete

La penisola sfiora oggi il tetto dei 60 milioni di abitanti

 

Sbarco di immigrati a Lampedusa

In Italia il numero degli immigrati è di tre volte superiore rispetto all'inizio del secolo, ma la crisi economica in pochi mesi ne avrebbe fatto rientrare in patria un milione. Secondo il censimento demografico  della popolazione effettuato a partire dal mese di ottobre 2011 dall’Istat, la Penisola conta 59,5 milioni di abitanti. Meno della Francia (65,35 milioni), ma comunque 2,6 milioni di persone in più rispetto al precedente censimento del 2001.


Mappa della distribuzione degli stranieri immigrati per provincia

L'immigrazione è la causa principale della crescita demografica (+4% in dieci anni), la prima dopo vent’anni in cui il numero degli abitanti è rimasto praticamente immutato. Il numero di stranieri regolari è triplicato dal 2001, passando da 1.334.000 a 3.760.000. Dal 2,34% della popolazione di dieci anni fa sono passati a 6,35%. La maggior parte degli immigrati vive in quattro regioni: Piemonte, Lombardia, Toscana e Lazio.  Con le sue industrie meccaniche e metallurgiche, Brescia è la città con la percentuale più alta di stranieri residenti (16%).


Evoluzione della popolazione italiana dal 1961 al 2011

Precarietà crescenteQuesto censimento non rivela cosa è successo a circa 1,3 milioni di stranieri censiti in uno studio ufficiale pubblicato nel settembre 2011 con il titolo "L'importanza della popolazione straniera residente in Italia." Lo stesso istituto Istat, la fonte del sondaggio, aveva rilevato allora che erano iscritti all’anagrafe come residenti permanenti 4,57 milioni di stranieri, mentre 397.000 avevano un permesso di soggiorno temporaneo per motivi di lavoro. "La mia impressione è che moltissimi sono tornati a casa", ha detto il professor Gian Carlo Blangiardo, dell'Istituto demografico ISMU. Sarebbe una conseguenza diretta della crisi, soprattutto nell'edilizia.


Modello per la rilevazione del Censimento 2011



"Per molti il progetto immigrazione si è rivelato un fallimento a causa della mancanza di lavoro" dice il professore. Soprattutto per i polacchi, per i rumeni e gli albanesi, il cui tenore di vita è migliorato nel loro Paese. "Aggiungete l’estrema mobilità di questi immigrati, che si si spostano in continuazione alla ricerca di un lavoro. E cresce la loro precarietà, costringendoli vivere ammucchiati fino a dieci persone in appartamenti piccolissimi e pagare l'affitto in nero: questi immigrati preferiscono rimanere nella clandestinità, cosa che falsa il censimento " ritiene Paolo Ciani della comunità Sant'Egidio.





Molti capofamiglia hanno rispedito i familiari nel loro Paese d'origine. Un terzo degli stranieri che manca all’appello sarebbero donne. La maggior parte dei giovani nordafricani, che non considerano l'Italia come terra di accoglienza, prosegue a nord, verso la Francia o la Germania. Questo spiega perchè nessuno dei circa 40 000 tunisini sbarcati illegalmente a Lampedusa l'anno scorso è stata rimpatriata, come era previsto dopo sei mesi di soggiorno. La maggior parte ha attraversato il confine a Ventimiglia per trovare rifugio in Francia.









martedì 8 maggio 2012

Il portavoce degli indignati: Beppe Grillo


Il Movimento 5 stelle del cabarettista Beppe Grillo si fa avanti nella politica italiana

di Philippe Ridet
Pubblicato in Francia il 04.05.2012
Traduzione di Claudia Marruccelli

 
Età media? 30 anni. La loro modalità di comunicazione? Internet. I loro slogan? "Trasparenza" e "onestà". Il costo della campagna elettorale? 1200 euro. A Frosinone, una città di 45.000 abitanti, 80 chilometri a sud di Roma, sono circa 20 i giovani a entrare per la prima volta in campo nella politica, sotto i colori del Movimento 5 stelle, fondato nell'ottobre del 2009 dal comico e blogger più famoso d’Italia, Beppe Grillo. L'ultimo dei tanti partiti politici italiani presenterà alcune liste in 100 altre città in occasione delle elezioni comunali parziali che si svolgono il 6 e 7 maggio (secondo turno due settimane più tardi) in circa 1000 comuni, in cui quasi 10 milioni di italiani sono chiamati voto.

Enrica Segneri, 30 anni, è a capolista a Frosinone. La sua carriera è tipica in un paese dove la disoccupazione è in continuo aumento. Studi universitari con specializzazione, lavoretti, un'esperienza sfortunata di lavoro all’estero a Dublino dove la crisi la raggiunge, rientro a  Frosinone, di nuovi posti di lavoro temporanei e poi la disoccupazione. "Non ho mai fatto parte prima di una fazione politica, dice. Berlusconi mi ha fatto venire  per sempre il disgusto per la destra. La sinistra è morta e la corruzione regna ovunque. Beppe Grillo è la rottura assoluta."


Invettive e errori

Nell’Italia postberlusconiana, dove i confini tra i tre principali partiti di destra, sinistra e centro sono scomparsi grazie al sostegno che danno alla misure di austerità del governo guidato da Mario Monti, Beppe Grillo e le sue liste "anti-politica" possono generare un risultato a sorpresa. L'ondata di corruzione che sommerge l'intera classe politica porta acqua al mulino di questo provocatore, che attraversa l’Italia viaggiando in camper, ripetendo le sue invettive contro i corrotti e il rigore. Rischiando qualche scivolata di cattivo gusto a Palermo quando afferma che "la mafia, lei non strangola le sue vittime come fa il governo".


Ma il successo è alle porte,  al punto che i sondaggisti prevedono circa l'8% dei voti. Beppe Grillo, che non accetta alcun dibattito aperto in televisione, ha saputo recuperare i delusi in ogni campo, i disgustati dal sistema, le vittime della crisi, in poche parole “gli indignati ”made in Italy. La modalità di adesione facilita le iscrizioni al movimento, che non ha né sedi né  strutture fisse, si accontenta di “etichettare” le liste i cui membri si impegnano a rispettare una serie di regole e condizioni tra cui quella che nessun candidato potrà ricoprire più di due mandati in tutta la sua vita, e che tutti devono avere la fedina penale pulita. Dopo di che, ciascuno è organizzato come meglio crede nel suo territorio: "Beppe Grillo è il nostro porta voce, assicura Enrica Segneri Ma noi ci facciamo il nostro programma come vogliamo.». "In un primo momento, gli altri politici locali ci guardavano come degli alieni", ha detto Luca Frusone. "Nelle discussioni nelle TV locali, gli altri candidati facevano finta di non sapere il mio nome", ribatte divertita Enrica Segneri. Il loro obiettivo: superare il 4% dei voti per eleggere almeno un consigliere. "Sarà il nostro cavallo di Troia per ottenere un sindaco", ci credono, convinti di aver già cambiato il modo di fare politica. La loro campagna doveva concludersi  venerdì 4 maggio con un concerto: "Ma soprattutto, senza nessun discorso, i comizi politici sono roba vecchia.».

lunedì 7 maggio 2012

L’estrema destra è un veleno che si sta diffondendo in quasi tutta l’Europa



FN, Jobbik, PVV... L'extrême droite gangrène presque toute l'Europe

di Maxence Peniguet
Pubblicato in Francia il 25.04.2012
Traduzione di Claudia Marruccelli


Il risultato di Marine Le Pen al primo turno delle presidenziali francesi nasconde una realtà molto diffusa in tutta Europa.
Ecco un breve excursus della situazione della estrema destra in Europa.

Gert Wilder

Gert Wilder ossia le relazioni pericolose
Casualmente, questo record è stato raggiunto pochi giorni prima della caduta del governo olandese. Geert Wilders, leader del Vryheid Partij voor (Partito per la libertà, Pvv), l'estrema destra olandese, ha posto fine  alla coalizione tra i Liberali (Vryheid voor Volkspartij democratici, VVD) e i Cristiani Democratici (Christen Democratisch Appèl, CDA) ritirando il suo appoggio alla Camera Bassa. Questione di fondo: l'Europa.
Costretto dall’Unione Europea a ridurre il deficit pubblico del paese, il primo ministro Mark Rutte non è riuscito a convincere i suoi alleati di estrema destra. Questi ultimi, considerando che i 16 miliardi di risparmi richiesti non sarebbero dovuti pesare sulle spalle dei cittadini, hanno deciso di abbandonare il tavolo delle trattative.
Questo governo è nato il giorno seguente le elezioni legislative del giugno 2010: il PVV aveva ottenuto a sorpresa allora il 15,5% delle preferenze. Anche se questo non è il risultato ottenuto da Marine Le Pen, il PVV si trova immediatamente dietro i liberali e i laburisti, e davanti al CDA dell'ex primo ministro, Jan Peter Balkenende.
Ne verrà fuori un governo di destra VVD-CDA senza la presenza degli estremisti del PVV, ma con  un appoggio alla camera che ha permesso di ottenere le maggioranze necessarie al governo..
Wilders recentemente è salito alla ribalta per aver lanciato su Internet un appello ai cittadini olandesi a presentare le proprie critiche nei confronti degli europei dell’est.

Timo Soini


I veri finlandesi: una comparsata e poi via?
Con il 19% (solo il 4% nel 2007) alle elezioni politiche di aprile 2011, il partito dei Veri Finlandesi (Perussuomalaiset in finlandese) è stato la "rivelazione" politica  dell’ estrema destra in Europa lo scorso anno. Questo risultato a sorpresa ha  permesso loro di essere il terzo partito nel paese in termini di consensi elettorali. A differenza del PVV nei Paesi Bassi, il partito guidato da Timo Soini ha deciso di non appoggiare alcun governo.
Una decisione ideologica: I Veri Finlandesi sono intimamente populisti nella loro denuncia delle caste privilegiate, e anti-europei – quindi nazionalisti - mentre i successivi governi del Paese scandinavo hanno la reputazione di essere assolutamente europeisti.
I Veri Finlandesi fanno parte quindi dell'opposizione, non esitando a rifiutare gli aiuti alla Grecia. Anch'essi hanno un programma discriminatorio: secondo Timo Soini, uno straniero con permesso di soggiorno non sarebbe paragonabile a un finlandese.
Si noti che se hanno avuto successo in occasione delle elezioni del 2011, tutt’altra cosa è avvenuta nel 2012  in occasione delle presidenziali di gennaio. Timo Soini è uscito dal governo con il 3,43% dei voti.

Presentazione del nuovo governo danese


La Danimarca: apertura/chiusura delle frontiere
Con un governo socialdemocratico, in carica dal settembre scorso, il Partito Popolare Danese (Dansk Folkeparti, DF) non ha più alcuna influenza diretta sulla politica danese del Primo Ministro Helle Thorning-Schmidt, anche se rimane la terza forza politica interna con il 12,3% dei voti.
E’ la stessa posizione ottenuta nelle elezioni legislative del 2007, anche se cinque anni fa, la DF ha ottenuto un punteggio del 13,9%, e ha dato il suo pieno sostegno ai governi di Anders Fogh Rasmussen e Lars Løkke Rasmussen (senza però mai ma parteciparvi).
Una delle azioni principali di cui il Partito Popolare Danese è stato tra l'altro all’origine, è il ripristino temporaneo dei controlli alle frontiere in Danimarca nel mese di luglio 2011. Helle Thorning-Schmidt, tuttavia, ha posto termine a questi controlli da quando è al governo ossia dallo scorso settembre.

Manifesti di propaganda contro la costruzione dei minareti in Svizzera
 

Divieto ai minareti ovvero il populismo svizzero
In Svizzera non si parla di partito di estrema destra, ma semplicemente di partito populista per quanto riguarda l'Unione Democratica di Centro. Già prima forza politica del paese prima delle elezioni federali del 2011, l'UDC aveva promesso di conquistare un terzo dei voti. Infatti, il programma era chiaro:
"Convinti di non rafforzare i deboli, di non indebolire i forti, noi ci impegnamo a sostenere i seguenti principi: nessuna adesione all'Unione europea, blocco dell'immigrazione di massa, espulsione degli stranieri criminali ".
Quest'ultima misura è stata tra l’altro approvata da un referendum nel novembre 2010 e viene tutt’ora applicata per determinati reati. Un altro caso ben noto di iniziativa popolare dell’ UDC consiste nel divieto di costruzione di minareti deciso il 29 novembre 2009. Questo programma e queste azioni non hanno ancora soddisfatto le aspettative degli svizzeri, che in occasione delle elezioni federali del novembre 2011, hanno concesso all'UDC un  risultato del 25,9%, in calo di due punti rispetto al 2007.

Manifestazione di sostenitori del partito Jobbik in Ungheria, di spalle alcuni "tesserati"

Viktator, il FIDESZ e il Jobbik
In occasione delle elezioni europee del giugno 2009, il Movimento per una Ungheria migliore (Jobbik) supera il limite del 10% ottenendo il 14,77% delle preferenze. Una vittoria per il giovane partito di estrema destra fondato nel 2003.
Prima delle elezioni politiche dell’ aprile 2010, Viktor Orban, attuale primo ministro ungherese e presidente del Fidesz (destra), escludeva qualsiasi coalizione con Jobbik e aveva provato, come l'UMP con il FN, a invadere il suo campo.
Al primo turno delle elezioni parlamentari in Ungheria, l’11 aprile 2010, Jobbik, guidato da Gabor Vona, ha ottenuto il terzo posto con il 16,67% dei voti. Nel secondo turno, ha ottenuto 47 seggi in Parlamento. Il Fidesz ha ottenuto la maggioranza dei due terzi (263 seggi) e il MSZP l’opposizione socialista ha vinto 59 seggi.
Jobbik può essere considerato come un rivale del Fidesz. Questo è uno dei partiti di estrema destra più attivi in Europa, all’ origine in particolare nel 2009, dell'Alleanza europea dei movimenti nazionali (AEMN, ufficialmente riconosciuta come un partito politico europeo dal Parlamento europeo nel marzo scorso) presieduta da Bruno Gollnisch.
Il suo nazionalismo si evidenzia in particolare con una delle sue attività apprezzate da tutti gli estremisti di destra: bruciare le bandiere europee.

Barbara Rosenkranz
 Barbara non si scompone
Non lontano dall’ Ungheria, c’è l’Austria. Il Partito della Libertà austriaco (Freiheitliche Partei Österreichs, FPÖ) ha candidato Barbara Rosenkranz alle elezioni presidenziali del 25 aprile 2010. Con 452.615 voti ottenuti (15,62%), si colloca al secondo posto nello scrutinio.
Un'elezione però tutta relativa. In effetti ci sono solo tre candidati in competizione, e Heinz Fischer è tornato ad occupare con facilità il suo posto – onorario - di presidente della Repubblica con un punteggio di 78,94%.
Non ci sono stati ostacoli, candidare Barbara Rosenkranz è stata una bazzecola per la FPÖ. Colei che viene definita la "madre del Reich" in Austria, chiede un ammorbidimento della Verbotsgesetz [la legge di proibizione, legge costituzionale austriaca con cui si attuò la denazificazione del paese nel 1947 attualmente ancora in vigore ndt] - che vieta l'esistenza di qualsiasi partito nazista e la diffusione di questa ideologia, e che punisce la negazione dei crimini nazisti.
Va detto che il marito, Horst Jakob, direttore della rivista negazionista  Fakten - è anche uno dei fondatori del partito nazionalsocialista austriaco, il NDP, oggi vietato ...
Un simbolo, quindi, per il Partito della Libertà, che ha ottenuto alle elezioni parlamentari del 2008 il 18,01% dei voti, a cui va aggiunto il 10,98% di un nuovo partito di estrema destra, l'Alleanza per il Futuro dell'Austria (BZÖ) nato da una scissione del FPÖ.
Quest'ultima, da sola, è la terza forza politica del paese. Assieme al  BZÖ, l’estrema destra  austriaca segue immediatamente il partito socialdemocratico che riporta il  29,71% dei voti nel 2008. Da ricordare inoltre la polemica scatenata da Marine Le Pen in occasione della sua annunciata presenza ad una festa danzante viennese  [in cui partecipano ogni anno le principali associazioni negazioniste della politica nazista ndt].

Manifesto propagandisti dei secessionisti fiamminghi: "Questo è il nostro paese"

Norvegia e Belgio: isolato l’estremismo potente
14 novembre 2009, il Partito del Progresso (Fremskrittspartiet, FRP) norvegese arriva secondo alle  elezioni parlamentari con il 22,9% dei voti. Ma i vari partiti di sinistra si uniscono per formare una maggioranza in Parlamento, lo Storting. Il partito del progresso rappresenta quindi la prima forza di opposizione nel paese scandinavo nelle mani di  mani di una potente coalizione di sinistra.
La sua posizione all'estrema destra nello scacchiere politico è caratterizzata da un atteggiamento nazionalista contro l'Islam, evidente in una economia di stampo  liberale. Troviamo questa linea di pensiero all’interno della Nuova Alleanza Fiamminga (Nieuw-Vlaams Alliantie, N-VA), in Belgio. Questo partito nazionalista è a favore dell'indipendenza delle Fiandre dal Belgio.
Anche se è guidato da Bart De Wever piuttosto moderato, molti pensano che sia solo una facciata. A riprova, in vista delle elezioni comunali di ottobre, le N-VA recluta all'interno del Vlaams Belang (Intérêt flamand VB), il vero partito estremista belga filolandese..
Se l'N-VA  è la prima forza politica in Belgio dal 2010, essa non governa a livello federale: dopo oltre 500 giorni senza governo, una  coalizione “variopinta” formata da sei partiti aveva infatti messo da parte gli indipendentisti fiamminghi.

Benito Mussolini e la nipote Alessandra, parlamentare di estrema destra
Piccoli risultati, tre ministeri e uno scandalo finanziario nella Lega Nord
Un altro partito indipendentista ha fatto parlare di sé nel suo paese: la Lega Nord. Le ultime elezioni parlamentari si sono svolte in Italia nel 2008 che avevano rinnovato il mandato di Berlusconi come primo ministro - sostituito nel novembre 2011 da Mario Monti. La Lega a quel tempo aveva raccolto solo un risultato scarno ottenendo l’ 8,3% dei voti. Un risultato modesto ma che rappresenta il doppio di quello che aveva ottenuto nel  2006 ma del resto sufficiente per farlo diventare la terza forza nel paese ... e peri garantirgli così incarichi di governo in cambio dell’appoggio all’altro partito di estrema destra, l'Alternativa Sociale di Alessandra Mussolini, nipote dell’omonimo Benito. Come fedele alleato di Berlusconi, la Lega Nord nel 2008, ottiene tre ministeri al governo. Il partito e il suo presidente, Umberto Bossi, attualmente sono al centro di uno scandalo in Italia per fondi neri.

Manifestazione in Grecia di "Alba Dorata", partito greco di estrema destra il cui simbolo richiama alla memoria la svastica nazista


Una via d’uscita in Grecia?
Le elezioni legislative del 6 maggio saranno l'occasione per il Partito Popolare Ortodosso (Laikos orthodoxos Synagermos, LAOS) e Alba Dorata (Chryssi Avyi), i due partiti di estrema destra, per mettersi in evidenza e forse anche entrare in Parlamento, tanto più che l'attuale governo di unità nazionale ha per ministro dei Trasporti Voridis Makis, membro del Laos. Una prima prima volta dal 1974 e dalla fine della dittatura dei Colonnelli. Nelle ultime elezioni legislative, nel 2009, questo partito aveva ottenuto il 5,62% dei voti.

Manifesto xenofobo dell'NPD: Buon rientro in patria ora.
Lavoro, famiglia, patria: ma non per loro
Alcuni paesi europei sono di per sé impermeabili all'estrema destra. La Spagna, che è appena passata a destra e funge da "nuova Grecia" in termini di crisi europea, vede il Movimento Repubblicano sociale (Movimiento Social Republicano, MSR) in combutta con l'Alleanza Europea dei Movimenti Nazionali. Ma alle elezioni europee del 2009, il MSR non ha superato lo 0,1%. Vicino della Spagna, il Portogallo ha la stessa impermeabilità.
Nei paesi che resistono all'estrema destra, non dimentichiamo la Germania. I risultati del Partito Nazional Democratico  (Nationaldemokratische Partei Deutschlands, NPD), spesso descritto come neo-nazista, non fanno troppo preoccupare: solo l’1,5% alle elezioni federali del 2009.
Tuttavia, il NDP rimane attivo a livello regionale in Germania ed è anche rappresentato nei vari parlamenti regionali. L'anno scorso, dopo la scoperta di un’ondata di omicidi razzisti legati al NPD, il governo tedesco aveva cercato di abolire il partito. Un procedimento legislativo in questo senso è tutt’ora in corso.
Dimenticare il Regno Unito di questo excursus europeo farebbe troppo onore al British National Party (BNP), euroscettico e xenofobo. Il BNP è all’ 1,9% alle ultime elezioni politiche (maggio 2010), cioè, molto meno rispetto alle elezioni europee del 2009 dove il partito aveva guadagnato il 6,2% dei voti.
Un partito senza importanza elettorale ma che non deve far dimenticare il suo vicino più moderato, il Partito per l'Indipendenza del Regno Unito (UK Independence Party, UKIP) il cui scopo primario è quello di portare il paese fuori dell'Unione Europea. Alle elezioni del 2009, arrivò a questo titolo al secondo posto con il 16,5% ... per crollare vertiginosamente al 3,1% un anno dopo alle elezioni parlamentari.